Niente piazze né manifestazioni ma incontri con la stampa e interlocuzioni dirette con le autorità: domani a mezzogiorno con il sindaco Canelli, nei prossimi giorni con il governatore Cirio e con tutti i prefetti del Piemonte, compreso il prefetto di Novara Gioffrè. È questo la linea che Confesercenti, sia a livello nazionale che in sede regionale e locale ha scelto di abbracciare nella sua lotta per la sopravvivenza del commercio stremato dai lockdown.
Ne hanno parlato ieri mattina in una conferenza stampa in simultanea con le altre sedi in tutta Italia il presidente Antonio Centrella, il direttore Luigi Minicucci e il presidente degli ambulanti, Luigi Angilè.
“Siamo in una situazione – hanno detto – non più sostenibile. Nel corso del 2020 le nostre imprese hanno dovuto chiudere per circa tre mesi. Adesso siamo alla quarta settimana di blocco. Il tutto mentre continuiamo a vedere la grande distribuzione aperta e funzionante”.
Un’attenzione particolare è stata riservata – anche per la tradizionale forte presenza della Confesercenti nel settore – agli ambulanti. “Noi mercatali – ha spiegato Angilè – siamo alla canna del gas, e ci sentiamo trattati come categoria di serie B o C rispetto a tenti altri. Vogliamo avere la possibilità di riaprire anche in zona rossa: siamo all’aperto e rispettiamo le regole. Non ci si contagia in un mercato”.
Forti critiche anche per l’entità e la tempistica dei “sostegni” statali, addirittura con una certa nostalgia per i “ristori” del governo Conte: “Soprattutto l’ultimo giro – ha sottolineato Minicucci – aveva permesso di ricevere importi più significativi. Ora gli stanziamenti dell’attuale governo non superano il 5% delle perdite”.