Il bilancio è impietoso, al netto degli effetti della pandemia: a Novara negli ultimi otto anni, dal 2012 ad oggi, si sono perse 130 attività commerciali nel centro storico e 85 nelle periferie. Uno sgretolamento del tessuto commerciale che non ha risparmiato praticamente nessuna categoria merceologica. E la prospettiva è preoccupante: per Maurizio Grifoni presidente di Confcommercio Alto Piemonte, “se muoiono commercio, servizi e turismo, muore anche la città”. L’associazione dei commercianti punta il dito anche sulle politiche messe in atto dalle diverse amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni. “Si pensa – ha detto il presidente di Confcommercio Alto Piemonte- soltanto alla grande distribuzione nel settore commerciale e alla logistica in quello industriale. Invece bisognerebbe adottare scelte specifiche per sostenere la rete del commercio. Da anni ad esempio, suggeriamo la creazione di un manager che gestisca il centro di Novara come una unica realtà. Ma nessuno ci ha mai ascoltato”. Critiche anche alla Regione: “I Distretti del commercio . ha commentato Grifoni – hanno grandissime responsabilità ma una dotazione di bilancio inadeguata”. Il presidente di Confcommercio Alto Piemonte, che ha presentato questa mattina in conferenza stampa i dati sulla demografia delle imprese, lancia l’allarme anche sulle conseguenze della crisi conseguente al Covid: “le aspettative – ha detto - sono molto gravi, basti pensare che il settore turistico alberghiero ha stimato una perdita del 50% delle sue strutture”. E indica un percorso per il futuro: lavorare da subito per il dopo pandemia, puntando ad “uno sviluppo sostenibile ad alta densità di lavoro e crescita”, con una attenzione all’equità delle regole; “Basta pensare ai giganti dell’e-commerce che eludono i sistemi fiscali”.