Nobili col fatturato che cresce nonostante il Covid. La buona notizia, diffusa a livello nazionale, è arrivata in questi giorni dall’azienda novarese di rubinetterie con sede a Borgomanero, che ha chiuso il 2020 con un fatturato di 77 milioni di euro, +3,8% sull’anno precedente e -così si legge- un investimento di circa 5 milioni per il nuovo stabilimento super tecnologico di 35mila metri quadrati a Suno, che nel giro di due anni dovrebbe portate gli addetti dagli attuali 300 a circa 350. Più forti della concorrenza cinese, dunque, e soprattutto capaci di maturare la performance in piena emergenza economica e sociale. Fiore all’occhiello del settore, Nobili è stata capace di resistere alle tentazioni.
“Vent’anni fa decidemmo di non delocalizzare e abbiamo avuto ragione”, hanno dichiarato i vertici dell’azienda. Adesso la Nobili, nel cuore del distretto della rubinetteria, è l’unica impresa il cui ciclo di produzione è tutto in Piemonte, un caso unico in Europa. Qualità è la parola d’ordine. Ma il mercato è il mondo intero, valutato che il gruppo esporta il 78% dei suoi prodotti, con una presenza globale in 90 paesi. Mercati di punta sono Germania, Francia, Australia e Sud America. Vinta la sfida della pandemia, ora si guarda al futuro con rinnovata fiducia e la consapevolezza che la concorrenza feroce degli altri Paesi si può combattere con un made in Italy ostinato e cocciuto. “L’obiettivo di quest’anno – ha detto il direttore commerciale Alberto Nobili intervistato dal quotidiano la Repubblica – è crescere di un ulteriore 4%”.
L’anno scorso, in piena pandemia, Nobili è stata capace di trasformare le maschere da snorkeling Decathlon in respiratori per terapia sub intensiva destinati all’ospedale “Maggiore” di Novara. Solo chi ha visione del futuro è in grado di compiere questi passi.