Attualità - 23 gennaio 2021, 16:00

Per Arpa Piemonte non esiste nessun collegamento tra polveri sottili e Covid

Ma lo smog potrebbe peggiorare gli effetti del virus. All'aperto il contagio è improbabile, a meno di affollamenti

Angelo Robotto, presidente di Arpa Piemonte

Angelo Robotto, presidente di Arpa Piemonte

Non c'è nessun collegamento tra le polveri sottili e il Covid. Il virus non è quindi veicolato dallo smog. A smentire una delle tante "leggende" che circolano sul Coronavirus è stato ieri Angelo Robotto, presidente di Arpa Piemonte, che è stato ricevuto in Consiglio regionale.

Robotto ha partecipato alla Quarta e Quinta Commissione, dove ha relazionato su uno studio compiuto da Arpa. Le conclusioni? "L’ipotesi che le polveri sottili agiscano come vettore (carrier) del virus è poco plausibile: i campionamenti effettuati, infatti, non hanno rilevato Sars-CoV2 sui filtri della qualità dell’aria. È invece allo studio la possibilità che alte concentrazioni di particolato facciano da amplificatore (booster) del processo di infiammazione prodotto dal virus”.

Nel corso dell’audizione sono stati illustrati i risultati preliminari del campionamento Sars-Cov2 nell’aria e i dati raccolti da Arpa sulla qualità dell’aria durante l’emergenza Covid. La lettura di questi ultimi indica che durante i mesi del lockdown, in cui il traffico veicolare è stato di molto inferiore rispetto al 2019, c’è stato un calo netto sia delle emissioni che delle concentrazioni di biossido di azoto (No2), mentre rispetto alle polveri sottili, in particolare il pm10, si sono registrate riduzioni significative sulle concentrazioni ma non sulle emissioni: “Ciò indica che il contributo del traffico veicolare non è sostanziale per le emissioni di pm10 - ha detto Robotto - mentre discorso diverso vale per gli ossidi di azoto”.

Dal monitoraggio è emerso che in ambiente esterno il virus Sars-Cov2 non è finora risultato rilevabile nell’aria; negli ambienti ospedalieri, in particolare nei reparti con presenza di malati anche caratterizzati da cariche virali elevate, le concentrazioni sono risultate generalmente contenute, anche per l’elevato tasso di ricambio dell’aria. Al contrario, in ambiente domestico le concentrazioni sono risultate più consistenti.

Sono stati anche riportati i risultati del recente studio condotto dal Consiglio nazionale delle ricerche e da Arpa Lombardia, che parla di probabilità di trasmissione del virus per via aerea molto bassa in condizioni esterne, ad eccezione delle situazioni di affollamento. La seduta congiunta è proseguita con l’audizione delle associazioni ambientaliste Legambiente, Pro Natura e Italia Nostra, che hanno svolto le rispettive relazioni sui rischi da inquinamento dell’aria per la salute e avanzato proposte di interventi migliorativi.



Redazione

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