Cronaca dal Nord Ovest - 12 giugno 2020, 17:25

Strike della Squadra Mobile di Asti contro lo spaccio di coca e crack: emesse 42 ordinanze cautelari (13 in carcere) [VIDEO]

Sgominata, al termine di un anno e mezzo di indagini, una rete criminale italo-albanese che operava ad Asti e sulle ‘piazze’ nicesi e canellesi

Strike della Squadra Mobile di Asti contro lo spaccio di coca e crack: emesse 42 ordinanze cautelari (13 in carcere) [VIDEO]

Nella tarda mattinata di oggi, si è svolta presso la Questura una conferenza stampa indetta per illustrare i dettagli dell’operazione “Fiori dell’Est 2019” (storpiatura dei nomi di due dei coinvolti, che si chiamano entrambi Florin), attività antidroga che ha impegnato gli investigatori della Squadra Mobile per quasi un anno e mezzo. Un periodo neppure troppo lungo, se lo si rapporta all’eccellente risultato conseguito, ovvero aver debellato una ramificata organizzazione italo-albanese che gestiva un fiorentissimo traffico di cocaina e crack.

“L’attività che ha portato a conclusione l’operazione è iniziata questa mattina intorno alle 4 – ha spiegato il questore di Asti, Alessandra Faranda Cordella – è ha consentito, oltre a rendere esecutive le ordinanze di custodia cautelare, di rinvenire un fucile rubato, vari coltelli, denaro in corso di quantificazione, bilancini, sostanze da taglio, oltre a sequestrare tre auto (una BMW, un Mercedes e una Fiat Brava, ndr) e un immobile in un bel condominio nei pressi della stazione”.

IL CHIOSCHETTO 'COCA DRIVE'

Appartamento finito sotto sequestro perché, stando a quanto appurato durante l’indagine, acquistato dal capo riconosciuto dell’organizzazione, un albanese residente da molti anni ad Asti, proprio con i proventi dell’attività di spaccio. Mentre le auto venivano utilizzate per consegnare “a domicilio” le dosi ai clienti abituali.

Uomini e donne di varie classi sociali che, in alternativa, si potevano rifornire in altri punti di spaccio cittadini quali piazza Catena o piazza Roma oltre che, in particolare, presso il chiosco sito sul lato di piazza del Palio che dà verso i giardini pubblici e piazza Da Vinci. Locale, di proprietà di uno degli arrestati, che gli investigatori hanno ribattezzato “coda drive” poiché gli acquirenti a volte neppure scendevano dall’auto: usciva all’esterno il proprietario che li riforniva di quanto richiesto.

OTTIMO CRACK PER LE 'PIAZZE' NICESI E CANELLESI

Oltre che in città, il sodalizio criminale era particolarmente attivo anche nel nicese e canellese: aree in cui la cocaina, acquistata in ragguardevoli quantità (dai 10 ai 30 grammi alla volta) da due soggetti italiani, ora in arresto, veniva lavorata e trasformata in ancor più pericoloso crack. Sostanza che, oltre a dare dipendenza più rapidamente della stessa cocaina, provoca gravissime conseguenze su numerosi organi interni, ad iniziare dal cervello.

“Siamo partiti dalla piazza, dai luoghi in cui il degrado è più marcato – ha commentato l’ispettore Marco Primavera, reggente della Squadra Mobile dopo il trasferimento a Torino del dirigente Loris Petrillo – e da lì siamo arrivati a conclusioni importanti, facendo mille sacrifici perché, visto il contesto delle cessioni, abbiamo dovuto lavorare soprattutto di notte e nei fine settimana”.

SPEDIZIONI PUNITIVE PER PUNIRE CHI NON PAGAVA

“Dall’accertamento delle prime cessioni – ha aggiunto l’investigatore – siamo risaliti al soggetto, capo della banda, che si recava sistematicamente in Albania per tenere i contatti con i fornitori, mentre la merce giungeva qui grazie ad altri corrieri”. A capo del gruppo vi erano due famiglie albanesi – soggetti ormai radicati in Italia da decenni, tant’è che tra gli arrestati figurano immigrati di seconda e terza generazione – che, su indicazione del capo, non esitavano a attuare vere e proprie spedizioni punitive a danno dei clienti che non riuscivano a ripagare i debiti. Alcuni di essi, a causa di debiti dai 500 ai 1.500 euro, sono finiti in ospedale con varie fratture. Da segnalare altresì che sono stati appurati anche casi di donne, di età compresa tra i 30 e i 45 anni, che in più di un’occasione hanno offerto rapporti sessuali ai pusher per “pagare in natura” lo sballo per il fine settimana.

I NUMERI DELL'INDAGINE

24 ordinanze di custodia cautelare (5 gli arresti in flagranza), 42 indagati a piede libero, 5 indagati per favoreggiamento personale, 25 intercettazioni per 180 giorni, 3,5 kg di sostanze stupefacenti monitorati, 12mila dosi di droga monitorate per un valore di 350mila euro. Oltre alla Squadra Mobile di Asti, dall’alba di questa mattina hanno operato gli Uffici investigativi del Piemonte, le Squadre Mobili di Genova e Pavia, oltre al Reparto Prevenzione Crimine di Torino e dalle Unità Cinofile della Polizia di Stato.

Dal corrispondente di Asti

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