Soltanto due mesi fa, sabato il 1° febbraio, realizzai per le reti Mediaset un servizio sull’ arrivo di guardie armate nei pronto soccorso degli ospedali torinesi: lo scopo era aumentare la sicurezza di medici e infermieri vittime di continue e ripetute aggressioni.
Nel 2019 erano stati quasi 100, nel solo capoluogo piemontese, gli episodi violenti con insulti e botte al personale sanitario che operava nell’ accoglienza e nella cura di chi si recava in ospedale: il 30 per cento in più rispetto al 2018. Ricordiamo tutti i tanti fatti di cronaca con medici e infermieri e altro personale che sulle ambulanze e nei pronto soccorso erano stati aggrediti, picchiati, insultati in tutta Italia. Una vera e propria emergenza al punto che era diventato necessario ricorrere, appunto, alla sicurezza armata.
Ora quegli stessi medici, infermieri e tutto il personale sanitario, sono GIUSTAMENTE osannati come eroi. Sono il vero baluardo in questa guerra contro il virus, nemico invisibile. E lamentano – anche loro – i caduti al fronte: più di 130 i sanitari deceduti per il Covid-19, più di 13mila i contagiati. Gli Italiani adesso escono sui balconi ad applaudirli, il presidente Mattarella elogia i loro sacrifici. Spopolano i video che testimoniano del loro lavoro, delle fatiche, della battaglia che conducono, ogni giorno, quasi sempre con mezzi e presidi sanitari irrisori e inadatti. Bella questa riconoscenza collettiva.
Ma un dubbio mi assale. Quando questa emergenza sarà finalmente rientrata, come ci comporteremo? Torneremo all’ indifferenza o – peggio – alla denigrazione, se non addirittura all’ insulto e alla violenza, nei confronti di chi lavora e combatte quotidianamente per garantire e difendere la nostra salute? Abbiamo la memoria corta, sempre. Oggi scopriamo che in Italia – prima dell’ emergenza - mancavano circa 8mila infermieri e che gli stipendi di tutto il personale sanitario erano assolutamente inadeguati. Frutto dei troppi tagli alla sanità che i governi, di qualsiasi colore sia a livello nazionale che locale, hanno portato avanti negli ultimi 10 anni.
E’ giusto oggi proclamarli eroi, a patto che domani non ci dimenticheremo di loro.