Tappa novarese ieri sera per il fondatore di Azione, Carlo Calenda. Un piccolo bagno di folla per l’ex ministro dello sviluppo economico, con almeno 200 persone ad attenderlo nella piccola sala conferenze della Kavallotta insieme al coordinatore provinciale Sergio De Stasio, fino alla scorsa estate segretario provinciale del Pd. In sala anche qualche volto noto della politica locale: dall’ex presidente di Assa Marcello Marzo, all’ex sindaco di Romentino Alessio Biondo. Diversi gli esponenti del mondo economico, su tutti il patron di Igor gorgonzola, Fabio Leonardi. In sala – ma, ci tangono a dirlo, come osservatori – anche l’ex sindaco di Novara Andrea Ballarè e l’attuale capogruppo del Pd in consiglio comunale Rossano Pirovano.
Il discorso di Calenda ha spaziato dai temi di politica generale alle questioni economiche. “Il Governo Conte – ha detto tra l’altro - è nato non per fare le cose seriamente, ma per scappare dalle elezioni pensando indebolire Salvini, che peraltro non si è affatto indebolito”. “Un esempio ? L’abolizione della prescrizione era già legge, era già stata votata. E’ un po’ paradossale che si apra adesso questa questione, che semmai si doveva aprire prima di fare il governo. E allo stesso modo su Ilva, il taglio del parlamentari, la legge elettorale”. Calenda è molto critico sulla posizione di Renzi, che, dice, “per ragioni che sono rispettabilissime fa scelte di natura tattica. E questo ci divide in modo molto radicale. Non potrei pensare qualcosa insieme a Renzi nel momento in cui lui è al governo con i 5 Stelle; è vero che critica ogni tre minuti l’esecutivo, ma ma poi vota tutto. Se vogliamo ricostruire una rappresentanza dell’Italia seria e sottrarla all’abbraccio di populisti e sovranisti lo dobbiamo fate comportandoci seriamente”
Sul tema della alleanze Calenda dice un no secco ad Emiliano (“uno dei peggiori populisti di questo paese”), manifesta una disponibilità a ragionare sulla candidatura della sindaca di Ancona Mancinelli nelle Marche, e, forse, una strada in solitaria in Liguria. “Non ci interessa – ha detto – la logica dello stare tutti dalla stessa parte per combattere i fascisti. Per noi conta la qualità dei candidati e la proposta politica. Bonaccini in Emilia Romagna era un ottimo candidato, non aveva con sé i 5 stelle e noi lo abbiamo sostenuto. In Puglia stiamo lavorando ad una alleanza con Italia Viva, Più Europa e alcune liste civiche perché non siamo disponibili a sostenere un candidato come Emiliano che oltretutto è perdente. Nelle Marche se il candidato del centrosinistra fosse il governatore uscente Ceriscioli noi non ci saremmo. Per il Veneto abbiano fatto una proposta nel tentativo di allargare il fronte. Quanto alla Liguria, che è contendibile, è una delle regioni dove siamo più radicati. Domani sarò a Genova e a Chiavari e discuterò con i nostri militanti la possibilità di un percorso di Azione in autonomia”.
E sulle amministrative del 2021 a Torino e a Novara Calenda ribadisce: “per noi è discriminante la presenza dei 5 stelle: se ci sono loro non ci siamo noi”