Una dietista a disposizione dei dipendenti di sei aziende del Novarese per fornire consulenza sui menù delle mense e attività di counseling individuale in tema di nutrizione e benessere psicofisico: è quanto prevede il progetto sperimentale attivato nelle scorse settimane dalla rete Whp ("Workplace Health Promotion" - promozione della salute nei luoghi di lavoro), che riunisce Confindustria Novara Vercelli Valsesia, il Servizio di Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro (Spresal) dell'Asl di Novara, la sezione novarese della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) e alcune importanti aziende del territorio in iniziative volte a contribuire a prevenire le malattie croniche promuovendo cambiamenti organizzativi nei luoghi di lavoro che li facciano diventare ambienti favorevoli all’adozione di stili di vita salutari. Il progetto ha preso il via nel settembre 2019 e durerà fino a fine anno, coinvolgendo centinaia di persone, grazie a un accordo che vede per la prima volta direttamente coinvolta anche l'Azienda ospedaliero-universitaria (Aou) “Maggiore della Carità” di Novara, attraverso la Struttura complessa di Scienza dell’alimentazione e dietetica diretta dal dott. Sergio Riso.
La dietista Lilt si occupa di analizzare e migliorare le buone pratiche attivate dalle aziende nell’area tematica "Alimentazione" del programma Whp. Tra le attività svolte ci sono la consulenza sulla mensa aziendale (supervisione menù, codice colore, offerta alimenti salutari, ecc.), l'attivazione di una campagna informativa sui temi della corretta alimentazione, la formazione specifica ai lavoratori e al personale della mensa. Dopo questa prima fase di tipo informativo-educazionale se ne prevede una più specifica d’intervento, in collaborazione con il medico competente, che prevede il counseling dietetico con consigli pratici finalizzati al mantenimento o al raggiungimento di un peso salutare, oltre all'eventuale invio, tramite il medico di medicina generale, al centro specialistico di Scienza dell’Alimentazione e Dietetica dell’Aou di Novara nei casi che necessitano di una presa in carico personalizzata. Lilt si occuperà anche di fornire e distribuire il materiale divulgativo relativo alle 12 regole della prevenzione come da progetto Regionale ed Europeo della Rete della Prevenzione di cui è partner.
Le attività della rete Whp, attiva nel Novarese dal gennaio 2018, sono proseguite anche nei mesi scorsi, con la partecipazione alla "Fluorun" del 7 settembre e all’evento "Bicincorsa” organizzato dalla Lilt il 13 ottobre.
SCHEDA: COME FUNZIONA IL PROGRAMMA WHP?
Il programma Whp, di cui è referente e coordinatore scientifico la direttrice dello Spresal, Ivana Cucco, e del quale fanno attualmente parte otto aziende novaresi (Alpiq Novel, Birla Carbon, Clariant prodotti, Esseco, Kimberly Clark, Memc Electronic Materials, Novamont e Sambonet Paderno Industrie) con oltre 1.700 dipendenti complessivi, prevede lo sviluppo di prassi virtuose nell'ambito di sei aree tematiche: alimentazione, contrasto al fumo, attività fisica, mobilità sicura e sostenibile, contrasto alle dipendenze, benessere e conciliazione vita-lavoro. L’azienda che aderisce e riesce a seguire il percorso proposto rispettando gli standard previsti ottiene dal servizio sanitario pubblico, alla fine di ogni anno, il riconoscimento come “Luogo di lavoro che promuove salute”, associato a uno specifico logo assegnato a nome della rete europea Enwhp (European Network Workplace Healt Promotion). Dal punto di vista operativo viene prima di tutto costituito un gruppo di lavoro aziendale, più possibile eterogeneo e motivato, che deve organizzare le attività. Viene poi somministrato ai lavoratori un questionario anonimo su abitudini e fattori di rischio, che potrà essere ripetuto a tre anni dall'avvio del programma, sui cui risultati l’azienda pianificherà le buone pratiche da realizzare nel corso di ogni anno. Nel primo anno si deve lavorare su due delle sei aree tematiche, attivando il numero minimo di buone pratiche previsto. Nel secondo anno è richiesto di lavorare su altre due aree tematiche, attivando il numero minimo di buone pratiche previsto e mantenendo le buone pratiche del primo anno, mentre nel terzo anno occorrerà lavorare sulle restanti due aree tematiche, sempre mantenendo attive le buone pratiche avviate negli anni precedenti. Dal quarto anno in poi dovranno rimanere attive almeno due buone pratiche in ciascuna delle sei aree tematiche.