Ci si incontra su un sentiero, chi sale e chi scende, e ci si scambia un semplice ciao o un buongiorno. Insomma, ci si saluta. E’ una semplice abitudine. Ma che bel gesto…Dietro quel saluto fra sconosciuti si nascondono tanti significati, da riscoprire. E’ innanzitutto un ritorno all’umanità: dopo giornate intere collegati ai social, oppure in mezzo alla gente nelle città, incrociando tante persone senza mai però incontrare nessuno. Quel cenno di saluto ci fa tornare uomini e non soltanto automi del telefonino.
Ma è anche una forma d’arte: si condivide qualcosa di bello e puro, si partecipa a quell’ insieme di sensazioni che regala la montagna, tutte forti, intense e uniche. E’ un antidoto contro i pregiudizi, in montagna si è tutti uguali. Si potranno avere esperienze e temperamenti diversi, conoscenze e preparazioni differenti, ma, nella fatica di un’ ascesa, non ci sono distinzioni per colore della pelle, per nazionalità e per estrazione sociale. E’ un’espressione di solidarietà: soffermandosi sui visi di altri scalatori o camminatori, sul volto si riconosce la paura, la sofferenza, il freddo, il caldo. Ci si guarda in faccia sapendo che potresti avere bisogno di quella persona se ti troverai in difficoltà, o che lei potrebbe aver bisogno di te.
Ripensando a queste riflessioni, quando ci troveremo in cammino lungo un sentiero di montagna, scopriremo che salutarsi è sacro, e non potremo più fare a meno di dirci “buongiorno” oppure “ciao”, con immenso piacere.Se poi sapremo anche riscoprire il valore di un “grazie”, di un “prego”, di un “per favore” nella nostra vita quotidiana, anche nel caos frenetico delle città, avremo guadagnato qualcosa in umanità. E - visti i tempi – sarà un bel passo in avanti.