“Luna di miele” già finita tra Cirio e la minoranza di centrosinistra in consiglio regionale. Lo sancisce un comunicato diffuso nella serata di ieri dai i rappresentanti di Pd, Luv, Lista Monviso e Moderati che ricostruisce un episodio singolare che ha scatenato la contrapposizione. Tutto comincia alle 10.25 di ieri quando i consiglieri, «ricevono una convocazione per le 10.30 di oggi (giovedì)». In base al regolamento del Consiglio Regionae l’assemblea può essere convocata “in casi di particolare urgenza” anche solo 24 ore prima. Per le minoranze queste condizioni non sussisterebbero, ma piuttosto sarebbe stata compiuta una “forzatura” da parte del presidente leghista Stefano Allasia, che avrebbe favorito la sua parte politica in occasione di una discussione su un ordine del giorno del consigliere di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone sul tema del divieto del libero scambio.
«Ci tocca ricordare – scrivono ancora i consiglieri di opposizione – che anche noi dobbiamo essere messi nelle condizioni di esercitare il nostro diritto. Finora, purtroppo, abbiamo visto solo un gruppo di imitatori di Salvini, che passano il tempo ad appendere striscioni sulle facciate dei palazzi, dare in escandescenza e battere i pugni».
L’episodio è stato commentato dal consigliere novarese del Pd Domenico Rossi.
“Dopo l'esposizione vergognosa dello striscione su Bibbiano sulla facciata della Regione ieri la maggioranza in Consiglio Regionale è riuscita a superare sé stessa.
Come in tutte le istituzioni anche a Palazzo Lascaris esiste un regolamento che definisce le regole del gioco. Chiaramente il senso più importante di ogni regolamento é quello di tutelarsi dalla tirannia della maggioranza, ovvero la legge del più forte nelle istituzioni. La destra questo non lo capisce e confonde il fatto di aver vinto le elezioni con la possibilità di fare ciò che vuole con continue forzature.
Stessimo giocando sarebbe barare… qui si tratta di prepotenza istituzionale.
Il contrario di quello che il presidente Cirio ha detto nelle sue numerose dichiarazioni, anche in Consiglio, orientate alla massima collaborazione con le opposizioni. Ma forse non è il presidente a decidere la rotta... Non vorrei nei prossimi 5 anni vederlo spettatore, insieme a noi, delle tensioni tra le forze che compongono una maggioranza a forte trazione leghista”.
ECV