Come gestire meglio i lavori delle commissioni consiliari? Meglio fissare un tempo massimo per ogni intervento oppure gestire diversamente la durata delle sedute? E con quali criteri?
Sono i dilemmi che hanno impegnato ieri mattina a Palazzo Cabrino la seduta della conferenza dei capigruppo, che ha affrontato questo problema, sollevato da alcuni esponenti della maggioranza di centrodestra.
In sostanza, per qualcuno dei consiglieri va evitata con qualche “marchingegno” regolamentare la (presunta) eccessiva durata della commissione. Il problema, ovviamente, è il come.
Così per un’oretta buona i capigruppo si sono confrontati su ipotesi diverse, con collegato corredo di interrogativi: meglio ridurre il tempo massimo a disposizione di ogni intervento, oppure meglio contenere il numero degli interventi?. E come distinguere le domande di chiarimento dagli interventi veri e propri? Meglio commissioni con l’orario di fine stabilito oppure meglio andare avanti fino all’esaurimento degli argomenti?
Decisioni, per il momento, nessuna: la presidenza del consiglio comunale si è fatta carico di formulare una proposta che riassuma le varie posizioni espresse, e che sarà presentata appena possibile ai capigruppo.
L’impressione, detta senza giri di parole, è che si tratti di una classica questione di lana caprina. E che, probabilmente, una più attenta applicazione del regolamento già esistente sia più che sufficiente a garantire equità e saggezza.
Ma, si sa, in politica non sempre le scelte più logiche sono quelle che si affermano…
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