Il comparto risicolo europeo alza la voce contro la proposta della presidenza danese dell’Unione Europea, che nell’ambito della revisione del regolamento “Sistema di preferenze generalizzate” (Spg) prevede una clausola di salvaguardia attivabile solo al superamento delle 600 mila tonnellate di riso base lavorato importato dai Paesi meno avanzati.
Una soglia giudicata troppo alta dalle organizzazioni di categoria, che sottolineano come il volume massimo di importazione registrato in passato non abbia mai raggiunto tale cifra. Da qui la decisione dell’Ente Nazionale Risi di convocare a Milano i rappresentanti della filiera europea per definire una posizione comune. La proposta condivisa punta a fissare il limite a 200 mila tonnellate, considerato un valore più equilibrato per garantire la tenuta del mercato e la sostenibilità economica dei produttori.
Il tema è arrivato sul tavolo del Consiglio europeo Agrifish, dove l’Italia ha ribadito la necessità di introdurre strumenti di tutela più efficaci a difesa della produzione comunitaria. Alla posizione italiana hanno aderito diversi Paesi membri, tra cui Francia, Spagna, Portogallo, Ungheria, Grecia, Bulgaria e Romania, uniti nel chiedere una revisione del meccanismo di salvaguardia.
La discussione si inserisce in un momento di forte difficoltà per il settore. Le quotazioni delle principali varietà, come Carnaroli e Arborio, risultano quasi dimezzate rispetto allo scorso anno, mentre l’importazione di riso straniero continua a crescere, con un aumento stimato del 10% nei primi sette mesi del 2025. Un andamento che mette in crisi la redditività delle aziende agricole, già provate dall’aumento dei costi di produzione e dagli effetti dei cambiamenti climatici.
Resta inoltre aperta la questione Mercosur, con la prospettiva di un’ulteriore concessione di 60 mila tonnellate di riso a dazio zero proveniente dal Sud America. Una misura che, sommata ad altri accordi commerciali in vigore, rischia di aggravare ulteriormente la competizione internazionale e di compromettere la stabilità del settore risicolo europeo.