Attualità - 23 ottobre 2025, 07:30

Strategia aree interne: Uncem rilancia il ruolo dei territori

Il presidente regionale Colombero: "Non siamo periferie, ma comunità. Serve un cambio di passo"

"Nel consiglio provinciale di Cuneo, per il quale ringrazio il presidente Robaldo, il consigliere Emmanuel, tutti i consiglieri provinciali e i sindaci, ho ribadito che la Strategia aree interne non è una meteorite che è arrivata su alcuni territori casualmente. Uncem ci lavora sin dal 2013”. Lo ha detto Roberto Colombero, presidente Uncem Piemonte, al consiglio provinciale aperto tenutosi nei giorni scorsi a Cuneo. “Come abbiamo scritto al Ministro Foti, va consolidata con altre strategie territoriali come la strategia per la montagna, quella per le foreste, i fondi del Pnrr e della coesione. Non sia altra cosa, parziale e distinta, e non sia mera assistenza. È importantissima in un quadro più ampio. Serve una spinta diversa rispetto al passato. Troppe risorse rimangono da spendere e il piano del Governo ha ragione. Troppo non è stato speso. Serve una azione per garantire crescita e servizi ai territori. Senza perdersi nelle burocrazie e nelle crisi di personale degli enti”.

"C'è un punto decisivo sugli enti locali. La Snai, la strategia aree interne dal 2013 insisteva e agisce oggi sul rafforzamento degli enti locali. Da soli i comuni non vanno lontano. Troppi campanilismi ancora prevalgono – evidenzia Colombero -. Ma l'urgenza di rafforzare le unioni montane di comuni, in Piemonte come in Italia, non passa solo da una nuova legge. Le leggi non fanno primavera da sole. Devono essere accompagnate da una spinta dei sindaci, da un cambio di paradigma. Le unioni non sono un ente in più rispetto ai comuni. Sono aggregazione vera e necessaria di funzioni, che hanno bisogno di managerialità, che possono assumere e fare sintesi. Il futuro della strategia aree interne, non passa solo dall'impegno europeo e nazionale nel mettere più risorse economiche della coesione su questo punto. Passa dalla volontà dei sindaci di cambiare passo e lavorare finalmente insieme. Nessun campanile da abbattere, nessuna ideologica cancellazione di comuni o fusione. Ma un lavoro organico di territorio che fa bene alle comunità. Per dire che essere interni non è sfortuna, limite, richiesta di assistenza. Siamo montani ma non siamo interni o periferici rispetto a città e a qualcuno più al centro o più importante. Siamo luoghi e siamo comunità al centro di percorsi di innovazione e sviluppo come abbiamo spiegato chiaramente nel Rapporto Montagne Italia".

Comunicato Stampa - l.b.