Politica - 17 settembre 2025, 07:50

"Prima noi degli universitari fuori regione: così finanziamo tutti i voucher scuola degli studenti piemontesi"

La proposta del capogruppo della Lega Fabrizio Ricca: al momento finanziate solo il 38% delle domande

Immagine di archivio

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Prima i piemontesi, ma soprattutto garantiamo a tutte le famiglie in difficoltà economica di poter comprare i vocabolari, astucci, cartelle e quaderni. Insomma tuteliamo il diritto allo studio di chi frequenta le elementari, medie e superiori nella nostra Regione ed in alcuni casi fatica ad arrivare a fine mese.

Finanziate solo il 38% delle domande

E' questa la sintesi della proposta elaborata dal capogruppo regionale della Lega Fabrizio Ricca, che oggi ha sollecitato la vicepresidente Elena Chiorino sui voucher scuola B, destinati all'acquisto dei libri di testo e materiale didattico. La Regione ha infatti ricevuto 110.837 domande, ma di queste solo 42.284 sono state finanziate. Cioè appena il 38%.

"Ben 66.245 famiglie, - ha chiarito Ricca - pur ammesse, non hanno ricevuto alcun sostegno per insufficienza di risorse" . Di fatto sono stati lasciati scoperti i nuclei familiari con un ISEE tra i 7.500 ed i 26mila euro. 

"Ad oggi - hanno replicato dall'assessorato - non è possibile fornire con precisione l'ammontare complessivo necessario per garantire la copertura del 100% delle domande relative al Voucher B". L'impegno però è di trovare risorse nelle economie del bilancio, per finanziare altre domande.

Tagliare le borse agli universitari non piemontesi

Ma per il capogruppo Ricca i soldi ci sono. O meglio la proposta della Lega è di tagliare le borse di studio degli universitari non residenti in Piemonte, dirottando così le risorse al finanziamento dei voucher. "Un atto di buon senso che mette al primo posto i piemontesi, dà loro la possibilità di studiare accompagnandoli verso l’università e scongiurando il pericolo dell’abbandono scolastico” chiosa Ricca.

Una proposta destinata a far discutere, anche perché nella pratica si tradurrebbe con l'esclusione del sostegno economico agli studenti che arrivano da fuori regione e che hanno scelto di iscriversi all'Università o al Politecnico di Torino, solo per citare gli atenei più grossi.

Tant'è che dall'assessorato si limitano a replicare: "il diritto allo studio vale per tutti i bambini e ragazzi, indistintamente".

Cinzia Gatti

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