Mostra a cura di Elisabetta Chiodini al Castello di Novara dal 4 novembre 2023 al 7 aprile 2024.
Percorsi d’Arte dedica una mostra ai celebri artisti italiani al lavoro nella Parigi di fine ‘800 e inizio ‘900, conosciuti internazionalmente come Les Italiens de Paris. Sede eletta per l’iniziativa è il Castello di Novara, nel quale si possono ammirare, in un percorso di otto sale, opere di Giovanni Boldini, Giuseppe de Nittis, e ancora Vittorio Matteo Corcos, Antonio Mancini, Federico Zandomeneghi, e molti altri protagonisti di quella indimenticabile stagione.
La mostra Boldini, De Nittis et les Italiens de Paris, a cura della storica dell’arte Elisabetta Chiodini, è organizzata da Mets Percorsi d’Arte dopo il grande successo di pubblico e critica registrato dalle mostre Ottocento in collezione. Dai Macchiaioli a Segantini (2018-2019), Divisionismo. La rivoluzione della luce (2019-2020), Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale (2021-2022) e Milano da Romantica a Scapigliata (2022-2023).
L’iniziativa è co-organizzata con Comune di Novara e Fondazione Castello di Novara, con il patrocinio e il contributo di Regione Piemonte, il patrocinio di Commissione Europea e Provincia di Novara, ed è realizzata grazie al sostegno di Banco Bpm (Main sponsor), Esseco srl., Fondazione Crt, De Agostini Editore spa Piemonte, Artekasa srl., Mirato spa. Si avvale inoltre della collaborazione di Ad Artem, Ente Turismo Terre dell’Alto Piemonte, Big/Ciaccio Arte, EnjoyMuseum S.r.l., e del supporto di Enrico Gallerie d’Arte e Gallerie Maspes Milano.
Otto sale all’interno del Castello di Novara ospitano novanta opere in un percorso che ci riporta idealmente nella Parigi di fine ‘800 e inizio ‘900, fra i lavori di alcuni degli artisti italiani più noti e amati dal grande pubblico, conosciuti internazionalmente come Les Italiens de Paris, primi tra tutti il ferrarese Giovanni Boldini (1842-1931) e il barlettano Giuseppe de Nittis (1846-1884).
Attraverso confronti dal ritmo serrato e stimolante, il visitatore può calarsi nello spirito dell’epoca e immaginarsi fra atelier e mostre nella città che, come è noto, fin dai primi anni Venti dell’Ottocento aveva attratto numerosi artisti italiani desiderosi di confrontarsi con la cultura figurativa d’Oltralpe e di ampliare il proprio mercato oltre confine. Con la nascita delle prime Esposizioni Universali, città come Londra e Parigi avevano attratto infatti milioni di visitatori da tutta Europa per diventare centri nevralgici del mercato internazionale dell’arte contemporanea.
L’Exposition universelle del 1867, la prima strutturata interamente a padiglioni, confermò Parigi, parafrasando Walter Benjamin, capitale del lusso e delle mode, del progresso e della civiltà. In questo contesto, dunque, anche il mercato dell’arte non solo divenne florido ma anche in continua e rapida crescita. Sarà proprio dagli anni Sessanta che intraprendenti mercanti d’arte contemporanea, francesi, inglesi, tedeschi, olandesi faranno a gara per assicurarsi le opere di giovani artisti promettenti riuscendo, spesso, a convincerli a stipulare contratti “in esclusiva”, diventandone i diretti intermediari con i compratori e il loro gusto estetico. Tra i mercanti di maggior fama Adolphe Goupil, Friedrich Reitlinger, Thomas e William Agnew, Algernon Moses Marsden.