Attualità - 05 luglio 2023, 19:22

Case popolari da abbattere, ma ci sono ancora 13 famiglie: è polemica

Le case saranno abbattute tra meno di un mese. Ma negli appartamenti vivono ancora 13 famiglie con 22 adulti e 21 bambini, il cui destino resta molto incerto. C’è dibattito a Novara su uno dei progetti più “ricchi” tra quelli finanziati con i fondi del Pnrr (integrati da altri provenienti dal Cipe), 20 milioni di euro per abbattere e ricostruire ex novo tutte le palazzine di edilizia residenziale pubblica di via Bonola e via Pianca conosciute dai novaresi come “le case bianche” nel quartiere di S.Agabio: una delle zone che da anni è maggiormente preda del degrado sociale e ambientale, e la cui rigenerazione è un obiettivo fortemente voluto dall’amministrazione di centrodestra che governa la città.

Così fortemente che per convincere gli assegnatari delle case, alloggi gestiti dall’Atc a sgomberarle, il Comune ha trasferito a proprie spese 75 famiglie: pagato il trasloco, pagate le spese di tinteggiatura e di sistemazione dei nuovi alloggi. Peccato che l’85% dei nuclei famigliari trasferiti siano morosi “colpevoli” (cioè potrebbero pagare il canone ma non pagano), con debiti nei confronti dell’Atc da un minimo di 400 euro a un massimo – in due casi – di 97 mila euro.

Una scelta molto contestata dalle opposizioni di centrosinistra, che ora puntano il dito su un nuovo problema legato al maxiprogetto di rigenerazione urbana: che fine faranno le 43 persone che vivono ancora nelle case? “Sono persone – dice Piergiacomo Baroni, di Demos, eletto in consiglio comunale in una lista civica alleata del Pd - che vivono lì abusivamente. Per loro non c’è stata alcuna agevolazione: il Comune ci aveva dato rassicurazioni circa una loro collocazione temporanea ma non si è saputo più nulla”.

Baroni ricorda che in un unico incontro in Prefettura nel quale si è parlato dell’argomento la comunità di Sant’Egidio aveva proposto di utilizzare temporaneamente gli alloggi di proprietà di Atc non ancora ristrutturati, che sono circa un centinaio. Ma l’Agenzia aveva risposto di no, perché le case non possono essere assegnato a chi non ne ha diritto.

Non manca chi fa notare che tra un occupante abusivo e un moroso che non ha mai pagato il canone da anni non c’è una grande differenza. “Eppure - conclude Baroni – una soluzione va trovata e non può essere la guerra tra poveri”.

La risposta del Comune non si è fatta attendere. “Affrontiamo quotidianamente il problema della casa – dice l’assessore alle politiche sociali Teresa Armienti - anche attraverso la procedura di assegnazione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, qualora queste famiglie siano in graduatoria, a seguito di bando generale oppure versino in situazione di emergenza abitativa, così come individuata dalla vigente legislazione e comunque vagliata dalla commissione Opeca. Procedura che non può essere attivata per chi occupa, da anni, in modo del tutto abusivo, quegli alloggi che spetterebbero invece a chi ne ha diritto. Va ricordato che le norme attualmente in vigore vietano espressamente l'assegnazione di alloggi sociali agli occupanti abusivi”. “D’altro canto – aggiunge Armienti – siamo disponibili ad un confronto costruttivo sull’eventuale assegnazione di alloggi alle associazioni, ma sempre, e sottolineo sempre, nel rispetto della normativa vigente. In questo momento, tra l’altro, stiamo affrontando numerosi casi di sfratto da privati con famiglie che, per molteplici fattori, non hanno potuto pagare gli affitti e si ritrovano privi di abitazione”.

Il presidente di Atc Piemonte nord Marco Marchioni precisa che “da anni collaboriamo con la Comunità di Sant’Egidio, mettendo loro a disposizione degli alloggi Atc con contratti di comodato ad uso gratuito per 9 anni. Pur tuttavia, non possiamo consentire che gli appartamenti che vengono concessi per fronteggiare l’emergenza abitativa siano utilizzati da soggetti che non ne hanno il diritto – così violando la legge – a discapito di chi è regolarmente in graduatoria”.

 

ECV