Attualità - 14 maggio 2023, 10:52

Amministrative, gli auguri dell'Uncem a tutti i candidati in corsa a ruoli di sindaci e consiglieri

Bussone: "Comuni grandi e piccoli lavori insieme per un paese più moderno"

"Oggi si vota. E Uncem fa gli auguri a tutti i candidati Sindaco e Consigliere comunale. Hanno fatto belle campagne elettorali, si sono confrontati, hanno discusso nei bar e speriamo nei 'luoghi di comunità', quali devono essere i municipi. Domani i cittadini scelgono. Ma dopo, sarà importante che tutti lavorino insieme, ciascuno con i propri ruoli. Si lavori insieme dentro i Comuni, nelle Amministrazioni, con le comunità, con le imprese, con le Datoriali, le Associazioni, il terzo settore, le Parrocchie. Si lavori insieme tra Comuni. Grandi e piccoli. Insieme. Questo è il punto fermo di un Paese più moderno. Chi pensa di lavorare da solo, di fare da sé, di operare all'ombra del proprio campanile, non ha capito che tutto è connesso. E chi lavora da solo, è finito. Anche noi siamo connessi. Anche i Comuni insieme. L'intercomunalità, in montagna e non, tra grandi e piccoli centri è un valore europeo. Crediamo e costruiamola, anche chiedendo al Governo e al Parlamento di non essere timidi su un argomento che deve superare ogni ideologia. Come i Comuni lavorano insieme. Definiamolo e azioniamoci. Francia e Germania ad esempio lo hanno già fatto. Stando lontano dalle logiche municipaliste che, va detto, in Italia stanno minando l'attuazione del PNRR.".

Lo afferma Marco Bussone, Presidente Uncem, alla vigilia della tornata elettorale.

"Lavoriamo con Governo e Parlamento su come i Comuni agiscono insieme, nella valle, uniti, più forti. E lavoriamo attorno alla democrazia nei piccoli centri - prosegue Bussone - Sotto certe soglie demografiche, non avere ad esempio un minimo di firme da raccogliere per presentare le liste fa in modo che tutti, dall'esterno, possano arrivare tentando di accaparrarsi uno o più posti. Colonizzazioni vere. Niente sanno di quel posto, ma arrivano. Anche con loghi di partiti. Democrazia non è voto tra poche famiglie di un paese, più o meno grandi. La base va analizzata, studiata, capire se funziona ancora. Non vuol dire fondere i Comuni. Questa è la soluzione di chi non ha soluzioni. È la stupida idea del passato, come quella che ha portato all'eliminazione delle Comunità montane, scelta ideologica scellerata in molte regioni. Così si è ridotta la democrazia. E ora occorre ricostruire basi di confronto democratico che portino al voto e al serio efficace lavoro di chi si impegna nei Comuni, Sindaci e Consiglieri, formati e preparati. Occorre intervenire. Inserire ad esempio l'obbligo di 300 ore di formazione retribuite, per i nuovi Sindaci e i nuovi Consiglieri, è necessario, urgente. Non si impara da soli. Improvvisare, anche nei piccoli Comuni, non ha senso. Intervenire con norme nazionali per dare ai Comuni che lavorano insieme nuova managerialità tecnica, modificando il ruolo dei Segretari comunali, e parallelamente dare nuovo status ai Sindaci, eliminando ad esempio il reato di abuso d'ufficio, è importantissimo. Troppo tempo sta passando senza un pensiero. Senza un'analisi di maggioranza e opposizione insieme in Parlamento su cosa sia un Comune, cosa fanno, chi si impegna dentro gli Enti, come agiscono insieme, su quanto siano necessarie forme aggregative come Unioni montane e Comunità montane. Chi in passato le ha bloccate e chiuse ha fatto un errore madornale, che paghiamo oggi. Rimandare un'analisi del quadro complessivo degli Enti locali, non fermandosi al voto nelle Province, è urgentissimo".

C.S.