Questa mattina l’aula di Palazzo Lascaris ha dato all’unanimità il via alla delibera regionale che recepisce il nuovo accordo di programma con la rimodulazione dei costi della nuova Città della Salute e della Scienza di Novara: la quota di finanziamento statale sale a 189.519.300 totali (+94.143.950), quella della regione arriva a 9.974.700 (+4.700.050) mentre la quota che sarà a carico del privato che si aggiudicherà la gara resta invariata a 199.494.000 totali. L’opera costerà quindi in tutto 419.134.000.
Un passaggio importante, ma che non pone ancora fine alla corsa ad ostacoli verso la realizzazione del nuovo ospedale. C’è adesso un nuovo traguardo ineludibile, pena un ulteriore rallentamento del percorso che si potrebbe generare finendo nelle ‘sabbie mobili’ della formazione del nuovo governo: il 12 ottobre è convocata la Conferenza Stato Regioni, da cui il nuovo accordo di programma dovrebbe uscire “bollato”, consentendo il via libera ai passaggi successivi, in particolare alla richiesta di ammissione del nuovo finanziamento che l’azienda ospedaliera dovrà presentare al ministero. Un passaggio che non dovrebbe (ma in tema di nuovo ospedale di Novara il condizionale è d’obbligo, visti gli innumerevoli precedenti) creare particolari problemi, visto che tutte le carte sono in ordine.
Il problema quindi, per non far slittare ulteriormente il varo del nuovo bando di gara, è arrivare in tempo al 12 ottobre. Secondo quanto risulta mentre il Ministro della Salute Speranza ha già controfirmato il provvedimento, mancherebbe ancora la ratifica formale del MEF, sulla quale non ci sono problemi politici, ma che dovrebbe essere accelerata per non perdere il treno della Conferenza Stato Regioni.
“Sono soddisfatto che l’iter sia andato avanti nei tempi che avevamo auspicato con la nostra ultima interrogazione. Uno dei compiti dell’opposizione è quello di sollecitare in maniera costruttiva affinché i procedimenti importanti vengano portati avanti senza ritardi, come facciamo dall’inizio della legislatura” afferma il vicepresidente della Commissione Sanità di Regione Piemonte, il consigliere novarese del Pd Domenico Rossi.
Ma è lo stesso Rossi ad invitare alla cautela. “Quattro anni fa con la Giunta Chiamparino avevamo un piano di edilizia sanitaria regionale già finanziato, bastava solo metterlo in pratica. Eppure, con il cambio di Giunta in Piemonte si sono accumulati ritardi o per i continui richiami a forme di finanziamento alternative mai concretizzate, nel caso di Novara, o per la messa in discussione dei progetti, come a Torino e Verbania. Con il risultato di avere o i progetti bloccati, da Torino a Verbania, o in ritardo, come nel caso di Novara, perché i mesi persi hanno fatto sì che il bando di gara si svolgesse in un periodo che ha incrociato le difficoltà legate all’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime” sottolinea il vicepresidente della Commissione Sanità.
“Novara e il Piemonte - conclude Rossi - non possono più rimandare questi interventi, come dimostrano i crolli avvenuti alle Molinette nelle ultime ore. Un’edilizia sanitaria moderna, insieme a un rilancio dei progetti di ricerca, è una priorità assoluta: lo dobbiamo ai cittadini, ai tanti lavoratori del comparto, ma è necessaria anche per arginare la mobilità passiva che ogni anno costa diversi milioni di euro alle casse della Regione Piemonte. Se vogliamo, infatti, che i cittadini restino in Piemonte occorre offrire tempi rapidi e interventi di qualità”.