Cronaca - 30 gennaio 2022, 18:38

I no green pass tornano in piazza a Novara e rispuntano i simboli della shoa

Poche decine i manifestanti presenti. Ad indossare la pettorina dei deportati Matteo Testa, farmacista novax, uno dei leader del movimento

Matteo Testa e Giusy Pace

Tornano in piazza dopo una interruzione di un paio di mesi i militanti no green pass di Novara, resi celebri in tutta Italia e anche oltre confine dalla manifestazione del 30 ottobre nel corso della quale i presenti avevano sfilato indossando camici a righe e un filo spinato con evidenti allusioni alla shoa. E oggi a sorpresa i simboli dello sterminio sono ritornati. Matteo Testa, farmacista novax, uno dei leader del movimento, ha nuovamente indossato la stessa pettorina a righe di tre mesi fa ribadendo in modo molto esplicito il parallelismo tra le discriminazioni messe in atto dai nazisti e le restrizioni delle normative anticovid.

In piazza anche Giusy Pace, l'infermiera che guida fin dall'inizio il gruppo novarese dei novax, e che e' stata sospesa dal suo lavoro in ospedale. Gli interventi sono stati caratterizzati, come sempre, da attacchi molto duri contro i più conosciuti virologi, da Bassetti a Burioni e contro le varie firme del giornalismo a livello nazionale e locale. Numerosi i riferimenti all’antifascismo, alla Resistenza e ai padri della patria, a cominciare da Pietro Calamandrei.  “Con una tessera – è stato detto - ci privano del nostro lavoro e della nostra libertà”.

Piuttosto scarsa la partecipazione: presenti, secondo i dati forniti dalle Forze dell’Ordine, non più di 40 persone. La manifestazione si è conclusa intorno alle 17 con la distribuzione di the e vin brulè e con l'annuncio di una nuova iniziativa: la restituzione della tessera elettorale.

 

ECV