Politica - 04 gennaio 2022, 19:00

Borghi: ''No a Berlusconi presidente, è una candidatura inopportuna''

Per il deputato del pd occorre anche ''l'obbligo vaccinale''. L'attacco di D'Alema al partito? ''una caduta di stile''

Enrico Borghi, responsabile per la sicurezza della segreteria Pd  ed esponente del Copasir, Silvio Berlusconi deve diventare presidente della Repubblica perché, come dicono il ministro Gelmini e il centrodestra, pacificherebbe il Paese?

"Capisco che il ministro Gelmini per contratto debba dire questo. La candidatura di Berlusconi è altamente inopportuna e non mi faccia elencare le motivazioni per le quali dovrei declinare questa motivazione, che però sono tutte dentro nella storia, nei comportamenti e nei comportamenti di una figura politica che è stata ed è divisiva e che non è in condizione di poter rispondere a quell’identikit al quale facevo riferimento prima, con tutto il rispetto per la persona e il ruolo politico che rappresenta".

Dunque un ‘no’ chiaro…

"Dobbiamo dare all’esterno e all’interno una capacità di risposta con una figura estremamente autorevole a Capo dello Stato, sulla quale far convergere il senso della coesione sociale, dell’unità nazionale e dell’alta capacità di rappresentazione internazionale del nostro Paese rischiamo che questi elementi vengano mesi in discussione".

Il 2022 è iniziato con la nuova variante Omicron che ha peggiorato la situazione sanitaria….

"Sì, con un  aumento dei contagi. Il Pd è per l’obbligo vaccinale e per il ritorno parziale allo smart working. Restiamo sulla indicazioni della scienza: la terza dose è l’arma più efficace per affrontare la variante. Il tempo dei distinguo e rinvii è finito. Ognuno si assuma delle responsabilità poiché dobbiamo aumentare la sicurezza per tutta la nostra comunità. Il premier Draghi ha colto il senso della nostra proposta e nelle prossime ore vedremo lo svilupparsi del dibattito".

Bisogna rinviare l’apertura delle scuole dopo il Natale?

"No, siamo dell’opinione che la scuola debba riaprire in presenza e non siamo favorevole all’allungamento delle vacanze e o al ritorno della didattica a distanza".

Anche il Pd ha problemi, D’Alema che vuole rientrare nel partito è stato critico con voi…

"Una caduta di stile la sua. Una fase politica è sempre una fase politica e non va paragonata ad una malattia. Il Pd è nato per essere il partito dei progressisti e dei riformisti. Abbiamo avuto noi a fondarlo e  restarci, che oggi D’Alema consideri l’approdo come una unica scelta possibile significa che avevamo ragione noi e torto lui. Il mondo non si ferma sugli schemi del passato. Il Pd oggi è guidato da una leadership nuova e un gruppo dirigente che si sforza di fare sintesi  e di non tornare alla divisioni del passato".

Renato Balducci