Mobili, accessori originali, negozi, scuole, ambienti del primo Novecento e molto altro ancora. E’ quanto si può trovare nelle stanze del Museo civico di Oleggio (foto) che, data la notorietà ormai raggiunta in tutto il Paese, è finito di recente sulle pagine del Venerdì, il settimanale del quotidiano “La Repubblica”.
Jacopo Colombo, 37 anni, è il curatore di questo “museo di provincia”, come lui stesso lo definisce, e dove i visitatori, grazie alle varie donazioni e ricerche condotte sul territorio, possono davvero fare un tuffo nel passato. E nel cuore, viste le emozioni che si possono provare. “Senza presidi culturali come questo - ha raccontato Colombo al Venerdì - posti come questo (Oleggio: ndr) diventano paesi dormitorio”.
Ecco allora l’idea di raccogliere testimonianze che altrimenti sarebbero probabilmente andate perse per sempre, a discapito delle nuove generazioni. Ad aiutare Colombo una squadra composta da 50 volontari, dai 16 agli 80 anni. In questo museo inaspettato, “perché qui ogni passo ti porta a qualcosa che non immaginavi”, ci si può trovare di tutto. I primi disegni di Dario Fo, per esempio, che ad Oleggio aveva trascorso un periodo della sua infanzia, una sedia per l'elettroshock e lo spartito di ‘O Sole mio, scritto in onore dell’oleggese Angela Maria Vignati-Mazza. E ancora: collezioni di cappelli, la macelleria e la modisteria locali e cimeli a non finire.
E nelle stanze museali, data la contiguità territoriale, non possono naturalmente mancare riferimenti storici e culturali che riguardano la vicina provincia del Verbano Cusio Ossola. “Sul tavolo ovale del signor Ferrario c’è un altro pezzo del museo, un servizio ottagonale per tè e caffè disegnato da Carlo Alessi nei primi anni Trenta e donato dalla signora Daniela Carraroli, che si è premurata di scrivere su di un cartoncino: “appartenuto ai coniugi Lorenzo e Clara Carraroli, trasferitisi ad Omegna dal Veneto il 29-12—1934 (giorno delle loro nozze)”.