Politica - 06 aprile 2021, 16:30

Radicali Italiani e +Europa Torino: "L'esperienza del nuovo direttore sanitario Minola non può sopperire all'inadeguatezza dell'assessore Icardi"

"Cirio fa finta di nulla e si limita alla politica degli annunci, del faremo, tanto è facile poi scaricare le responsabilità sul governo centrale"

Silvio Viale (Radicali Italiani) e Marco Cavaletto (gruppo +Europa Torino) attaccano la Giunta regionale sulla questione sanità: "Auguriamo al nuovo Direttore della Sanità regionale, Mario Minola, di restare in corso Regina Margherita qualche anno in più rispetto al predecessore Fabio Aimar, che è durato solo un anno e mezzo. Negli ultimi dieci anni si sono avvicendati ben sette direttori regionali e decine di dirigenti. Gli uffici regionali sono state utilizzati come “porte girevoli”, per poi andare a fare altro da altre parti".

"Nessun assessore alla Sanità, in questi dieci anni, si è dato da fare per rafforzare un personale che ha comunque retto tutti i cambiamenti di vertice ma che è demotivato, vecchio (età media sopra i 50 anni) e ridotto all’osso. In Lombardia, di fronte a una situazione al limite del collasso, la giunta di centrodestra ha dato il benservito all’Assessore Gallera e ha chiamato un “pezzo da novanta” come Letizia Moratti. Qui in Piemonte Cirio fa finta di nulla e si limita alla politica degli “annunci”, del “faremo”, tanto è facile poi scaricare le responsabilità sul governo centrale".

"All’inadeguatezza di Icardi si aggiunge il solito clientelismo, a scapito di qualsiasi legge: leggiamo che l’assessore ha addirittura chiesto un parere all’Autorità Anticorruzione per tenere in pista la candidatura del Dott. Antonino Sottile, chiaramente incompatibile; ma lo stesso Assessore non muove un dito, non risponde una parola alle nostre precise contestazioni sulla situazione di illegalità esistente all’Istituto Zooprofilattico: il presidente Piero Durando è al suo terzo mandato (lo Statuto dell’ente prevede non più di due mandati); il CdA è composto solo da uomini, in  palese violazione della legge 2 luglio 2011, n. 120, che prevede che il genere meno rappresentato nei consigli di amministrazione delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni sia pari ad almeno un terzo dei componenti".

C.S.