La Stazione Carabinieri Forestale di Carpignano Sesia ha sottoposto a  sequestro preventivo d’iniziativa un’area utilizzata per l’esercizio di  attività di cava abusiva. L’area è sita nel territorio del comune di  Romagnano Sesia.
  
 La Stazione, nell’espletamento dell’ordinario  servizio di pattugliamento del territorio, ha rilevato che, nei terreni  limitrofi ad un impianto di frantumazione e trattamento di terre e  rocce da scavo, veniva esercitata, abusivamente, attività di estrazione  di materiale litoide e di sabbie. Tutto ciò veniva accertato nei pressi  dell’area spondale del fiume Sesia in una zona che, già in passato, era  stata oggetto di accertamenti da parte della stessa Stazione ed aveva  prodotto altra segnalazione all’Autorità Giudiziaria.
 
  Contestualmente, si rilevava che, assieme alle attività estrattive,  veniva anche effettuato il riempimento dei vuoti prodotti, mediante  l’utilizzo di fanghi. È possibile che il materiale usato per i  riempimenti fosse stato precedentemente prodotto all'interno dello  stesso impianto di frantumazione, di proprietà dell’indagato e limitrofo  all’area interessata dagli scavi.
 
 I fanghi ed i residui della  lavorazione e frantumazione delle rocce e terre, derivati dal loro  trattamento, devono essere considerati quali rifiuti e, di conseguenza,  sottoposti alle modalità di gestione ed alle cautele previste dalla  legge a tutela di salubrità ed integrità ambientale.
 
 Tutte le  attività venivano esercitate, in fascia protetta da vincolo ambientale  (lungo il corso del fiume Sesia), in evidente violazione al titolo  abilitativo edilizio ed in assenza di autorizzazione paesaggistica. Allo  scopo di impedire che il reato proseguisse oltre e per evitare  ulteriori suoi aggravamenti, la Stazione procedeva al sequestro  preventivo d’iniziativa dell'area di cava abusiva (circa 2.000 mq.), di  un autocarro, di un escavatore e di una pala gommata, tutti mezzi che  stavano operando in loco per l’espletamento dell’attività oggetto di  contestazione.
 
 In conseguenza a quanto accertato, al  responsabile delle attività e titolare dell’impianto, un cittadino  italiano residente in provincia, sono stati contestati i reati di  gestione illecita di rifiuti, realizzazione di opere in assenza di  autorizzazione paesaggistica ed in violazione del titolo abilitativo  edilizio.