Economia - 30 maggio 2020, 16:16

Il grido dei commercialisti: "Utili al Paese ma dimenticati dai più"

I presidenti degli ODCEC di Piemonte e Valle d'Aosta: "Continueremo ad impegnarci, a studiare, a metterci a disposizione degli altri, anche solo perché siamo orgogliosi di essere commercialisti. Ma non basta più"

Riceviamo e pubblichiamo:

"L’emergenza del Coronavirus ha tristemente chiarito una circostanza ormai inequivocabile. I commercialisti iscritti all’Albo tenuto dagli Ordini professionali - da non confondersi con quelli che utilizzano abusivamente il nostro titolo che richiede formazione, obblighi e incombenze poste a tutela della pubblica fede e della collettività - sono sicuramente "Utili al Paese", come dimostra il riconoscimento che, anche in questa occasione, hanno ricevuto, sia da contribuenti e aziende, per districarsi nella Babele di norme che la straordinarietà del momento ha comportato, sia dalle istituzioni, che si riferiscono alla nostra professionalità e competenza per essere supportate nella gestione delle criticità.

Ma è altrettanto certo che, per quanto riguarda noi e, parimenti, i nostri collaboratori, i nostri dipendenti e le nostre famiglie (stimiamo 50.000 persone nelle sole Regioni Piemonte e Valle d'Aosta), i commercialisti sono dimenticati dai più. Non siamo stati ritenuti degni di ricevere contributi, come avvenuto per gran parte delle attività economiche del Paese, probabilmente sul presupposto che, tanto, i commercialisti hanno sempre molto lavoro. Ma lavorare, soprattutto oggi, non significa incassare, e sentendoci responsabili nel continuare ad aiutare i nostri clienti, siano essi aziende, privati cittadini ed enti, pubblici e privati, che ripongono in noi una grande fiducia, coinvolti in questa situazione di difficoltà sanitaria ed economica, stiamo continuando ad operare magari senza ricevere - speriamo solo per il momento - quanto sarebbe giusto. E, allo stesso modo, non siamo altrettanto degni di vedere rinviati - come peraltro più volte annunciato - i versamenti delle imposte, per il calcolo delle quali, dopo un periodo di blocco come quello che abbiamo vissuto, siamo costretti a vivere, con collaboratori e dipendenti, in situazioni decisamente disagiate, senza poter operare una rispettosa e doverosa programmazione.

Senza contare che, come spesso avvenuto in analoghe circostanze, forse vedremo rinviate le scadenze di versamento all'ultima ora, solo dopo che avremo determinato e comunicato ai clienti quanto da essi dovuto, per poi dover nuovamente riprendere i nostri calcoli al momento della nuova modificata scadenza. Non vuole essere questa una lamentela sterile, ma soltanto la presa d’atto - come dimostrano le numerose mail con le quali gran parte dei colleghi iscritti hanno voluto significare ai propri Ordini il loro disagio - che la misura è veramente colma. Nonostante questo, siamo certi che continueremo ad impegnarci, a studiare, a rispondere, a metterci a disposizione degli altri, con responsabilità, competenza e dedizione, anche solo perché siamo orgogliosi di essere commercialisti. Ma non basta più.

E’ necessario che quelli a cui stanno a cuore i circa 7.000 commercialisti del Piemonte, o meglio ancora i circa 120.000 commercialisti d’Italia, dai quali dipendono migliaia e migliaia di collaboratori, dipendenti, e le loro famiglie, cerchino di fare quanto nelle loro possibilità affinché ad una professione utile come la nostra sia assicurato un adeguato rispetto, anche solo per evitare che diventi un lavoro usurante che i nostri figli non vogliano più esercitare. Unitamente ai nostri iscritti che ci chiedono di esprimere il loro disagio, facciamo sentire - in maniera rispettosa ma ferma - la nostra voce, speranzosi di essere doverosamente ascoltati, considerato che ciò che chiediamo non genera alcun costo per la collettività e la cosa pubblica, che sempre si è avvalsa dei nostri servigi anche in termini di informatizzazione e di evoluzione delle procedure burocratiche, che noi contribuiamo in maniera determinante a rendere meno complesse e più agili, e tenuto conto che attraverso il nostro servizio ed il nostro lavoro transitano la gran parte delle entrate dirette all’Amministrazione finanziaria e quindi destinate a sostenere il Paese. Siamo, ma forse ancora per poco, a disposizione".

I presidenti degli ODCEC di Piemonte e Valle d'Aosta: Dott. Claudio Incaminato (Alessandria), Dott. Andrea Bo (Aosta), Dott. Angelo Dabbene (Asti), Dott. Domenico Calvelli (Biella, coordinatore interregionale), Dott. Nicola Gaiero (Cuneo), Dott. Mauro Nicola (Novara), Dott. Luca Asvisio (Torino), Dott. Stefano Noro (Verbania), Dott. Paolo Moretti (Vercelli).

Dal corrispondente a Biella