Il dolore di due famiglie – quella del ragazzo assassinato e quella dell’omicida – le grandi solitudini degli adolescenti del piccolo borgo di Cureggio e le piccole passioni di cui si nutre una generazione che fatica a darsi un orizzonte di futuro. I riti antichi della liturgia e le ritualità costruite per provare a dare un senso all’indicibile abisso della morte. C’era tutto questo e molto altra questa mattina al funerale di Yoan Leonardi, il ragazzo di 23 anni ucciso a coltellate dal coetaneo e amico Alberto Pastore per una brutta storia di gelosia probabilmente infondata. La bara bianca di Yoan è arrivata sul sagrato della piccola chiesa del paese accompagnata da una folla di persone. Con i fiori, sulla bara una sciarpa bianca e blu dell’Olympique Lyonnaise, la squadra francese di cui Yoan era appassionato. Il rito funebre è stato presieduto da don Salvatore Genitle, per molti anni parroco di Cureggio, e dal suo successore, l’attuale parroco padre Armando Verdina. All’altare anche don Andrea Cusaro, 92 anni, prevosto emerito del paese, alla guida della parrocchia per 57 anni. Un rito semplice e sobrio, senza alcuna spettacolarizzazione. Al’uscita dalla chiesa, mentre risuonavano lenti i rintocchi della campana grande, il corteo con la bara ha raggiunto il “Cementone”, luogo simbolo di questa tragedia. Una palestra mai finita, con il tetto e il pavimento ma senza pareti, che è diventata il principale se non l’unico luogo di ritrovo dei ragazzi di Cureggio, che la usano il calcetto o anche semplicemente per stare insieme. Qui Alberto e Yoan, poche ore prima dell’omicidio, avevano partecipato ad una partitella insieme. E qui gli amici, che nella notte avevano realizzato un murale in memoria di Yoan, hanno voluto fermarsi: due ragazzi hanno ricordato con un breve pensiero il ragazzo ucciso, e poi il sindaco Angelo Barbaglia ha preso la parola, ripetendo le parole del cordoglio e della partecipazione, senza dimenticare di dedicare un pensiero anche ad Alberto, rinchiuso nel carcere di Novara. «Sei figlio di questa comunità – ha detto il primo cittadino – e non ti dimenticheremo. Facciamo il tifo per te, ma vogliamo che tu capisca cosa hai fatto e ti ravveda. Solo allora potrai avere il nostro perdono». E prima di concludere, tutti i presenti hanno lasciato un pensiero o anche solo una firma scrivendo con un pennarello rosso sulla bara bianca, La salma di Yoan Leonardi è stata poi portata a Verbania per la cremazione. Le ceneri del ragazzo torneranno a Cureggio e riposeranno nella tomba di famiglia accanto ai nonni Giuseppe e Maria.