Ruota tutto intorno alla valutazione della premeditazione il lavoro di approfondimento delle indagini sull’omicidio di Comignago, in provincia di Novara. L’interrogatorio di ieri al termine de quale ieri è stata confermata la custodia cautelare in carcere peri Alberto Pastore, il ventitreenne che ha accoltellato a morte per gelosia l’amico e coetaneo Yoan Leonardi, ha lasciato infatti aperti diversi interrogativi. Pastore, ad esempio, secondo le notizie trapelate avrebbe dichiarato che l’arma del delitto, un coltello che fa parte della sua collezione di lame, viene normalmente tenuto in auto per motivi di difesa personale. Un elemento, questo, non secondario nella ricostruzione dei fatti. Proprio il coltello a serramanico è oggetto di una specifica attività di indagine che i Carabinieri hanno affidato al Ris. Il comando dei CC di Novara sta anche approfondendo i particolari degli spostamenti di Pastore prima del delitto – e a questo fine si sta valutando la possibilità di acquisire i tabulati telefonici – e la stessa dinamica dell’aggressione. C’è poi tutta la dimensione psicologica, quella legata alle relazioni tra i due ragazzi, al loro rapporto con la giovane ex fidanzata di Pastore, la rete dei rapporti e delle amicizie in paese: tutti elementi che nelle intenzioni dei magistrati dovrebbero aiutare a definire il medio il quadro complessivo di questa tragedia. A questo fine la Procura della Repubblica di Novara ipotizza di sentire nuovamente nei prossimi giorni Alberto Pastore, che è detenuto in carcere a Novara. Anche la famiglia della vittima, che ha già manifestato tramite il proprio legale l’intenzione di costituirsi parte civile, si è messa a disposizione dei magistrati. «Di questa vicenda – dicono – ci sono molti aspetti da chiarire». Intanto domani sarà eseguita a Novara l’autopsia sul corpo di Yoan Leonardi. Anche da qui gli inquirenti si aspettano di ottenere qualche elemento utile alle indagini.