Era un vero e proprio fiume di cocaina quello che arrivava a Novara, fino a 10 kg al mese, pura al 95% per un valore di milioni di euro. Lo hanno accertato i Carabinieri con l’operazione “Contadino” , che ha stroncato un enorme giro di droga che partiva dalla Colombia, era gestito in Albania, e aveva il suo terminale italiano proprio nella città piemontese.
L’indagine si è conclusa con l’emissione di 26 ordinanze di custodia cautelare in carcere (ne sono state eseguite nella notte 19, sette accusati sono ancora latitanti). Una organizzazione complessa quella individuata dai Carabinieri coordinati dal procuratore capo di Novara, Marilinda Mineccia, e dal pm Mario Andrigo. Le indagini, iniziate nell’agosto del 2017, avevano già portato all’arresto di 4 persone ed al sequestro di quattro chilogrammi di cocaina, in tre distinti interventi avvenuti tra il 2017 ed il 2018.
Decisiva per l’esito dell’indagine la decisione di collaborare di uno degli albanesi al vertice dell’organizzazione della quale facevano parte anche alcuni “insospettabili”, come un cuoco e un parrucchiere, sempre albanesi.
Quello che probabilmente era il capo dell’organizzazione (che si avvaleva anche di alcuni italiani: 6 finiti in manette) è già in carcere in Germania: era il destinatario di un container con 600 kg di cocaina intercettato in Albania; fuggito in Germania era stato catturato poco dopo.
“Un’indagine particolarmente riuscita – hanno spiegato in una conferenza stampa i magistrati – perché ha permesso di appurare che in città c’è una fortissima richiesta di coca per il consumo locale e per lo smercio nelle province di Pavia, Varese, Alessandria e Massa Carrara».
«Novara - hanno concluso il comandane provinciale dell’Arma, col. Domenico Mascoli, e il comandante del Reparto operativo., col. Sandro Colongo – è stata il terminale di un traffico che serviva ad alimentare un mercato locale evidentemente importante e che da qui serviva anche altre province».