Novara - 18 aprile 2019, 18:56

Fratelli d'Italia accoglie i delusi di Forza Italia

Che lo stato di salute di Forza Italia in provincia di Novara non sia dei migliori, è cosa nota da tempo: continue polemiche interne, lettere anonime che puntualmente finiscono nelle caselle di posta delle redazioni dei giornali, insomma una situazione totalmente balcanizzata.

E a certificare una crisi che sembra dover deflagrare da un momento all’altro, c’è il fuggi fuggi sempre più evidente di esponenti, anche storici, degli “azzurri” novaresi che lasciano il partito per accasarsi altrove.

Meta di approdo qualche volta la Lega. Ma sempre più spesso la strada che imboccano i transfughi di FI conduce dritto alle porte di Fratelli d’Italia.

Così questa mattina è stato annunciato il passaggio al partito di Giorgia Meloni di cinque esponenti di Forza Italia. Tutta gente della prima ora, o quasi: Giovanni Rizzo(presidente in carica della Fondazione Novara Sviluppo), Giuseppe Abbenante (già presidente di Assa e del Consorzio Rifiuti), Oliviero Colombo (già assessore provinciale), Filippo Squeo (già presidente del Quartiere Sant’Agabio) e Mario Bernile (già presidente del Quartiere Porta Mortara). Bloccato a Roma dai lavori parlamentari il senatore Nastri, ad accogliere i nuovi iscritti sono stati il vicesindaco di Novara Franco Caressa, il capogruppo in consiglio comunale Angelo Tredanari, e il presidente della provincia Federico Binatti accompagnato dal consigliere Ivan De Grandis.

I transfughi lo dicono chiaro: certo Giorgia Meloni ha una notevole capacità di motivare i militanti (certamente più di quella rimasta ad un Silvio Berlusconi un po’ troppo invecchiato), certo Gaetano Nastri è un leader locale capace ed inclusivo, ma il motivo vero per cui questi cinque hanno deciso di lasciarsi alle spalle una militanza in qualche caso ultraventennale sotto le insegne di Forza Italia passando a Fratelli d’Italia è lo «stato confusionale» (parola di Rizzo) in cui versa il partito azzurro negli ultimi tempi.

Sotto accusa, quindi, direttamente l’on. Diego Sozzani. Anche se nessuno lo nomina direttamente, è lui il bersaglio delle critiche. Per la verità Sozzani formalmente non è più il segretario provinciale del partito di Berlusconi. C’è un commissario (Gaudenzio Ferrandi) e un plenipotenziario (Teresio Colombo), ma è chiaro anche ai bambini che il “capo” è sempre il deputato-ingegnere. Ed è alle sue scelte che vengono riservate le critiche più acuminate: gestione discutibile, scelte sbagliate sulle alleanze locali (tutti citano a più riprese i casi di Cameri e di Castelletto Ticino), candidature alle regionali non condivise (il riferimento esplicito è a Gerry Murante): il “chaier del doleances” dei fuoriusciti è lungo.

Del resto, dentro Forza Italia, se si vuole dar credito a rumors e documenti più o meno anonimi, si sta consumando una vera e propria guerra per bande. Il caso più recente in questo senso è quello relativo alla proposta, che una delle fazioni in lotta avrebbe messo sul tappeto, della celebrazione in tempi rapidi di un congresso con l’elezione di Daniele Andretta (che così rientrerebbe definitivamente alla casa madre) a coordinatore provinciale. Una ipotesi che, sempre secondo gli scritti anonimi circolati, sarebbe stata stoppata dal gruppo consigliare del Comune di Novara (Contartese, Murante e Gagliardi).

Insomma, un’apocalisse. Alla quale i cinque “senatori” hanno deciso di sottrarsi.

E, a quanto si dice, gli arrivi dalle parti di via Frasconi, sede provinciale di FDI, non sarebbero finiti.

Cosa piuttosto rilevante, soprattutto in considerazione dell’imminente voto per le regionali…

E.C.V.