In provincia di Torino i beni confiscati alla criminalità organizzata sono 373 (di cui oltre 220 nel capoluogo), ma soltanto 50 sono stati riutilizzati.
Il motivo? In molti casi mancano le risorse per la gestione e la riconversione. A lanciare l’allarme è il sottosegretario di Stato all’Interno Luigi Gaetti, che ieri pomeriggio ha incontrato il prefetto di Torino Claudio Palomba, le forze di polizia e il commissario antiracket Annapaola Porzio. "Servono maggiori risorse per la gestione e la riconversione dei beni confiscati, cosí come è necessario ridurre i tempi che dal sequestro portano alla confisca" ha detto Gaetti.
Il sottosegretario ha aggiunto che “ci sono dei beni complessi con abusi edilizi che prima di essere riconvertiti vanno sanati. Nel decreto sicurezza sono previsti anche fondi per procedere, quando non c'è altra soluzione, alla demolizione del bene". Il prefetto di Torino Claudio Palomba ha, invece, spiegato come per questi beni ancora non riutilizzati “sia opportuno definire un percorso che dia un segnale forte ai cittadini”.
Annapaola Porzio ha invece parlato di racket, osservando come “al nord la criminalità sta aggredendo tutto quello che è economicamente vantaggioso, ad esempio tutto ciò che ruota attorno alla sanità, con le case di riposo e quelle di cura sempre più nel mirino delle mafie”.