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Economia | 08 aprile 2020, 12:40

Coronavirus, il mondo delle costruzioni e quello dei sindacati "alleati" nel chiedere aiuto al credito: "Servono liquidità e certezze sulla cdi per una reazione"

Malabaila (Ance Piemonte): "Tempi certi, finanziamenti ad hoc e provvedimenti coraggiosi". La Fillea Cgil denuncia che alla maggior parte dei lavoratori del settore non viene garantito l'anticipo della cassa integrazione

Coronavirus, il mondo delle costruzioni e quello dei sindacati "alleati" nel chiedere aiuto al credito: "Servono liquidità e certezze sulla cdi per una reazione"

Posizioni diverse, ma lo stesso orizzonte e lo stesso traguardo: superare l'emergenza Coronavirus. E così, sia la parte datoriale che quella sindacale si ritrovano sulle stesse posizioni per chiedere rimedi e soluzioni per salvare il settore delle costruzioni.

“Due settimane fa abbiamo sostenuto con forza la necessità di sospendere l’attività dei cantieri perché non potevamo garantire ai nostri lavoratori di operare in sicurezza. In questo lasso di tempo improduttivo, le imprese si sono come sempre dovute attivare autonomamente per dotarsi dei dispositivi di protezione individuali necessari ad operare nei cantieri, nonché di idonee linee guida di un protocollo sottoscritto con le parti sociali per la gestione degli stessi. Abbiamo ora bisogno di meno burocrazia e di provvedimenti immediati e coraggiosi per superare le criticità generate da questa emergenza, per evitare che la sospensione dei cantieri si trasformi in chiusura delle imprese". 

E' questo l'appello che arriva dal mondo delle costruzioni piemontesi. A lanciarlo è la presidente dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta, Paola Malabaila.

Proprio nelle scorse ore, l'associazione di categoria che rappresenta l'edilizia sabauda ha potuto confrontarsi su questi temi con la Regione. Sul tavolo, non unico ma sicuramente il problema principale, il sostegno alla liquidità.

"Riteniamo fondamentale - proseguono da Ance - definire le tempistiche relative al rimborso da parte dell’Inps in compensazione dell’anticipo su F24 effettuato dall’azienda per quanto riguarda la cassa integrazione, così come serve la rinegoziazione del debito pregresso da breve termine a lungo termine raddoppiando i piani di ammortamento in essere".

Accanto a questi elementi, i costruttori chiedono anche l’implementazione del fondo centrale di garanzia per una nuova finanza dedicata alle pmi, oltre a un'emissione tempestiva dei finanziamenti alle imprese ("come in Svizzera finanziamenti a tasso zero quinquennali", spiegano), senza dimenticare i finanziamenti speciali per le industrie che investono in nuove localizzazioni e in riqualificazione di fabbricati industriali dismessi. “Occorre una reazione immediata e un piano per il dopo emergenza - conclude Malabaila - non possiamo più permetterci rinvii e lungaggini burocratiche”.

Gli ultimi dati certificati (al 30 settembre 2019) dalle Casse Edili piemontesi
dicono che i lavoratori edili regolari in Piemonte sono 33.230: alla maggioranza di questi non viene anticipata la cassa integrazione. Al 2 aprile in tutto il Piemonte, a fronte di 2.780 richieste di cassa integrazione, solo in 897 verbali di procedura cassa le aziende hanno accettato di garantire l'anticipo ai lavoratori.

Dopo il blocco quasi totale dell'attività, per effetto dell'ordinanza della Regione
Piemonte, la situazione in questo settore, come nel resto del settore privato,
rischia di diventare estremamente problematica. “In edilizia abbiamo provato a dare ossigeno ai nostri lavoratori – dichiara il segretario generale della Fillea Cgil Piemonte, Massimo Cogliandro – con la liquidità che per il mese di aprile è stata garantita grazie ad una decisione delle Parti Sociali: infatti le Casse Edili in tutta Italia hanno iniziato ad anticipare alcune loro spettanze maturate (Premio APE e GNF), ma il mese di maggio rischia di essere drammatico se la gente si troverà senza soldi”.

“Proprio per questo – secondo Cogliandro - le aziende devono anticipare la Cassa Integrazione, mentre le banche devono accelerare le procedure per rendere operativi, da subito, gli accordi che garantiscono la liquidità a tutti quei
lavoratori a cui la cassa non viene anticipata dalla propria impresa”.

Dal corrispondente a Torino

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