Politica - 29 novembre 2019, 10:00

Sulla cittadinanza onoraria Fratelli d'Italia al fianco di Liliana Segre

De Grandis (FdI): "allo stesso modo confido che l’aula approverà all'unanimità la cittadinanza onoraria che proporrò per Egea Haffner, simbolo dell'Esodo Giuliano, la sua foto è su tutti i manifesti del "Giorno del Ricordo" dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia."

Sulla cittadinanza onoraria Fratelli d'Italia al fianco di Liliana Segre

Nel suo intervento in aula, come esponente di Fratelli d'Italia, il Consigliere Comunale Ivan De Grandis spiega il voto favorevole alla mozione presentata dal Pd per "attribuire la cittadinanza onoraria del Comune di Novara alla senatrice Liliana Segre".

«Le parole di Giorgia Meloni esprimono la chiarissima posizione di Fratelli d’Italia che è “assolutamente al fianco” di Liliana Segre - spiega De Grandis - proprio Giorgia Meloni ha parlato direttamente con la senatrice a vita e ha assicurato che Fratelli d’Italia è assolutamente al suo fianco in tutto quello che si può fare ancora e che va fatto sul tema della lotta all'antisemitismoe soprattutto sulla lotta al fondamentalismo islamico, che è il primo pericolo di quello che è un problema oggettivo di sicurezza per gli ebrei che vivono nel nostro Paese."

«La stessa Segre - prosegue De Grandis - ha dichiarato nei giorni scorsi: “Le cittadinanze onorarie? Mi dicono che alcune iniziative hanno risvolti strumentali. Io presumo la buona fede. Però anche questo sta diventando un nuovo terreno di battaglia di cui farei a meno". Esprime inoltre la propria vicinanza al leader della lega Matteo Salvini e alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, anche loro bersagliati da attacchi sui social. “Sarò una illusa, ma continuo ad auspicare che tutti si uniscano in un impegno bipartisan per prevenire le epidemie dell’odio. Io ho sperimentato i danni che possono produrre”.

Come dire insomma che coloro che hanno provato sulla propria pelle gli orrori della discriminazione non possono condannare solo l’odio verso gli ebrei, ma devono sentire il dovere morale di rifiutare qualsiasi forma di intolleranza, anche quella contro leader politici di destra. È qua la grande lezione della Segre alla sinistra secondo cui gli insulti alla senatrice non possono essere paragonati, per esempio, alle minacce di morte ai leader della destra italiana. E a tal proposito la sopravvissuta all'Olocausto da una stilettata anche ai giornali che avevano parlato di “200 insulti al giorno” alle lei rivolti: quel numero, rileva lei, è “scaturito da un’inesattezza giornalistica”. La senatrice Segre normalizza poi anche l’avversario politico che la sinistra tende a “mostrificare” o “fascistizzare” e lo riconduce a collega e concittadino, quindi a suo pari. Parlando infatti dell' incontro riservato, avvenuto tra lei e Salvini, avverte: “Incontrarsi e parlarsi, a maggior ragione tra due colleghi senatori e concittadini milanesi, più che un gesto di civiltà dovrebbe essere considerato un fatto normale”.

La Senatrice Segre insomma non presta il fianco né agli attacchi né alle lusinghe di chi prova a farla diventare una icona di parte.»

«Per questi motivi, al di là di chi avrebbe voluto strumentalizzare e tirare per la giacchetta la Senatrice - conclude De Grandis - ho votato questo Ordine del Giorno come esponente di Fratelli d’Italia e allo stesso modo confido che l’aula approverà all'unanimità la cittadinanza onoraria che proporrò anche per Egea Haffner, la nota bimba con la valigia e l'ombrellino. Sulla valigia c'è scritto "Esule giuliana" e numero identificativo, che è il simbolo dell'Esodo Giuliano, la sua foto è su tutti i manifesti del "Giorno del Ricordo" dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia. Nata a Pola in una famiglia Italo Ungherese nel 1941, costretta nel ‘46 a soli 5 anni a fuggire dalla sua città natale, a causa della pulizia etnica operata dal dittatore comunista Tito, dopo aver perso il padre, assassinato dalle bande Iugoslave. In tutto furono uccisi e gettati nelle foibe 30mila italiani e 35mila persone furono costrette ad abbandonare per sempre le proprie case».

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